FARE MEMORIA - TRA ANTISEMITISMO E TERRORISMO

 

Tra antisemitismo e terrorismo

Dal 30 gennaio all’8 febbraio torna il festival Fare Memoria, il ciclo di incontri dedicato alla Shoah promosso dalla Fondazione Filosofi lungo l’Oglio e diretto da Francesca Nodari, con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Consigliera di Parità di Brescia e con l’adesione del Prefetto di Brescia.

L'appuntamento di Orzinuovi sarà GIOVEDI' 02 FEBBARIO 2017 presso Rocca San Giorgio. 

Anna Foa, nata nel 1945, è ebrea per parte di padreVittorio Foa, giornalista, scrittore e politico legato a ‘Giustizia e Libertà’, poi al ‘Partito d’Azione’, imprigionato nelle carceri fasciste dal 1935 al 1943, passato al Psi e successivamente a varie sigle di sinistra. Il bisnonno era Rabbino-capo di Torino, ma Vittorio era un ebreo laico. La studiosa, che fin dall’infanzia ha avuto comunque rapporti stretti con l’ebraismo, si è ‘convertita’ formalmente dopo i 40 anni, dopo un lungo periodo di preparazione e di approfondimento dei sacri testi, che è stato accompagnato da Elio Toaff, figura-simbolo dell’ebraismo romano negli ultimi decenni. Già docente di storia moderna presso «La Sapienza» di Roma, Anna Foa si è occupata di storia della cultura nella prima età moderna, di storia della mentalità, di storia degli ebrei europei, di geografia degli insediamenti ebraici in Italia. Con Anna Bravo è tra le maggiori studiose della condizione femminile nella Shoah: si pensi, soltanto, a Le donne e la Shoah di Giovanna De Angelis, (Avagliano, Roma 2007), che si avvale della sua introduzione o a un altro testo cruciale sull’argomento: Donne nell'Olocausto, a cura di Dalia Ofer e Lenore J. Witzman (Le Lettere, Firenze 2001) prefato da Anna Bravo.

Tra le più acute testimoni della realtà ebraica del nostro tempo, Anna Foa è la prima donna ebrea a scrivere per l’«Osservatore romano». Tra i suoi libri ricordiamo: Ateismo e magia, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1980; Giordano Bruno, il Mulino, Bologna 1998; Ebrei in Europa. Dalla peste nera all’emancipazione XIV-XIX secolo, Laterza, Roma-Bari 2004; Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento, Laterza, Roma-Bari 2009; Eretici. Storie di streghe, ebrei e convertiti, Il Mulino, Bologna 2011; Andare per ghetti e giudecche, Il Mulino, Bologna, 2014. Ha anche ricostruito – si veda: Portico d’Ottavia, Laterza, Roma 2015– grazie a testimonianze personali e archivistiche quanto avvenne nel palazzo di via del Portico d’Ottavia 13, abitato solo da ebrei, che il 16 ottobre 1943 fu vittima della razzia nazista. Il palazzo che sorge a ridosso delle mura del ghetto – ghetto in cui in quel giorno le truppe tedesche iniziarono un rastrellamento che portò 1.023 ebrei romani ad essere deportati ad Auschwitz, da dove a fine guerra, ne tornarono solo 16 – era abitato in quel tempo da un centinaio di persone, di cui ben 34 vennero arrestate quel 16 ottobre, quasi tutte donne e bambini (19 bambini, 13 donne e 2 uomini) di cui nessuno tornò a Roma, mentre nel periodo buio seguito a quella data, con le tante delazioni e con le varie bande di fascisti, ne vennero arrestate altre 14.

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